Il porto proibito

un'appassionante graphic novel a tema marinaresco
Recensione di E.Romanello |   | italia/

Il porto proibito
 

Semplificando molto, ci sono i fumetti e ci sono le graphic novel, sempre fumetti ma "meno seriali", edite spesso in volumi di un certo pregio e capaci di far ricredere anche i più scettici sul valore delle nuvole parlanti.

"Il porto proibito", con tutto il suo mondo fatto di mille sottotrame tra mari, navi, porti, bordelli, quartieri più o meno degradati, è una storia per chiunque ami le storie interessanti, a prescindere dal mezzo con cui sono realizzate.

Un editore che pubblica graphic novel di qualità è la Bao Publishing, che presenta tra le altre novità un’opera tutta italiana, "Il porto proibito", feuilleton marinaresco ottocentesco scritto da una coppia sia artistica che nella vita, Teresa Radice e Stefano Turconi, già autori Disney con il personaggio di Pippo reporter, oltre che disegnatori su altre testate, qui impegnati in una storia originale rivolta ad un pubblico comunque non di ragazzini.

"Il porto proibito", storia basata sui classici dell’Ottocento, ma realizzata con peculiarità ed originalità, è incentrata sul giovane Abel, un naufrago senza memoria raccolto a bordo di una nave al largo delle coste del Siam, l'odierna Thailandia. Una volta tornato in Inghilterrra, Abel si rifugia nella casa di un capitano della marina disertore, dove conosce le sue tre figlie e soprattutto cerca di scoprire qualcosa in più sul suo passato e su chi era prima di essere raccolto dalla nave, a costo di aprire capitoli dolorosi e di riesumare verità scomode.

Si viene introdotti in questo mondo di avventure e di caratteri umani non melensi e idilliaci, anzi molto realistici e carnali, da una copertina blu come l’oceano più profondo, con un medaglione in rilievo con un’immagine femminile in stile miniatura: dentro, le tavole sono tutte seppiate, come i dagherrotipi e le prime foto, mentre si viene travolti da una storia con echi di Stevenson, Dumas, Dickens, Conrad e Melville, tra il romanzo di formazione, la storia d’avventura, il ritratto di una società con un bel po’ di umorismo e senza nascondere niente.

"Il porto proibito", con tutto il suo mondo fatto di mille sottotrame tra mari, navi, porti, bordelli, quartieri più o meno degradati, è una storia per chiunque ami le storie interessanti, a prescindere dal mezzo con cui sono realizzate: in questo caso non con la pagina scritta, ma disegnata. Ovviamente piace e piacerà a chi ama le storie d’avventura, ma anche a chi è curioso della complessità umana narrata in letteratura, stavolta con l’aiuto anzi il ruolo fondamentale dei disegni.

La storia narrata è autoconclusiva, ma c’è da augurarsi che Teresa Radice e Stefano Turconi realizzino altre opere come questa, appassionante e capace di portare davvero il lettore all'interno suo mondo, ad immergerlo in un oceano di avventure, di misteri, passioni e pulsioni che non abbandoneranno tanto facilmente chi si lascia travolgere.

Il porto proibito di Teresa Radice e Stefano Turconi - cm. 16x22, pp. 312, colori, cartonato - Bao Publishing - € 21,00